Walter Ferrari Oasi Carengione - Walter Ferrari Fotografo

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Prefazione

Da quando ho iniziato a occuparmi di storia del territorio milanese e lombardo, molti anni orsono, ho sempre cercato di coniugare la ricerca sulle carte e negli archivi con l’indagine “sul campo”, riservando una particolare attenzione agli ambienti, all’ambiente naturale.
Ecco perché, ad esempio, ho sottotitolato un mio libro del 1998 a cui tengo molto, su Peschiera Borromeo, con le parole: “Storie, Ambienti e Antichi mattoni”; all’interno del quale c’era un lungo capitolo incentrato, vedi un po’!, sul… Carengione: il primo tentativo di chiarirne l’origine, incentivandone la fruibilità.
Al quale volume mi piacque far seguire un quinquennio dopo una pubblicazione totalmente dedicata al nostro beneamato “cuore verde”: “Il Parco del Carengione. Passato, presente e futuro dell’oasi naturalistica di Peschiera Borromeo”.
Sono assai felice, dunque, e onorato, di presentare questo lavoro di Walter Ferrari, teso a dar lustro, a illustrare con immagini straordinarie, il “beniamino” Carengione nelle sue quattro stagioni.
Di più, sono orgoglioso di dar merito a Ferrari, fondatore e presidente dell’Associazione Naturalista Carengione, guardia ecologica volontaria, divulgatore popolare e scientifico presso le scuole, di saper fare amare, come nessun altro, il meraviglioso “mosaico” che abbiamo sotto gli occhi e i sensi: la grande bellezza del paesaggio nostrano, specie sotto l’aspetto naturalistico.
Del quale mosaico il Carengione rappresenta una “tessera” fondamentale per l’ecosistema locale e non.
Di Walter Ferrari, sono amico in pratica da sempre: di lui apprezzo la spontaneità, la passione che lo anima, l’entusiasmo contagioso che mette nelle cose che fa; di lui apprezzo la professionalità, le conoscenze profonde che dimostra nello studiare e nel descrivere flora e fauna, i paesaggi naturali o “costruiti” - tipo i fontanili - che fanno di questa plaga del Sud Milano un ambiente prezioso, meritevole di essere tramandato alle generazioni future.
Eppoi, last but not least, o per meglio dire, dulcis in fundo, di Walter apprezzo il suo impegno anche nel sociale, la generosità, la disponibilità; nella fattispecie, è stato mio validissimo collaboratore, a titolo assolutamente liberale, in più di una iniziativa editoriale (una per tutti: trattando, come solo lui sa fare, degli anzidetti fontanili).
La stima che io nutro per Walter, è condivisa a ogni livello: per volontà popolare, egli è stato il primo a essere insignito del Basilisco d’Oro nel 2016, l’onorificenza che il Comune di Peschiera Borromeo assegna ai suoi cittadini più illustri, che bene fanno alla comunità.
E ancora: il progetto che nel corrente 2018 ha presentato, in risposta a una sollecitazione dell’Amministrazione Civica, finalizzato a tutelare e valorizzare il Carengione, ha ottenuto dai peschieresi il massimo dei voti, e sostegno congruo.
Del Carengione, per l’appunto, Walter adesso si pone come il miglior “cantore”: le sue foto e i suoi video, frutto di un’attività incessante, che non viene mai meno, parlano alla mente e al cuore; sono pervase di poesia, ma nello stesso momento sono pedagogiche, spiegano, invitano al rispetto e all’educazione. È un “Bene comune”, il Carengione, di tutti noi. E Walter Ferrari è davvero una bella persona speciale, come poche…

Prof. Sergio Leondi
Storico del territorio e scrittore
Presentazione

Nella Città di Peschiera Borromeo il monumento più importante è senza dubbio il Castello Borromeo, mentre l’area naturalistica di maggior pregio è l’Oasi Carengione.
Il territorio dell’Oasi Carengione, situato  all’interno di una vasta zona agricola, si trova  tra le frazioni di Bettola, Mezzate e San Bovio ed ha una superficie di 138 ettari con un perimetro di  Km. 5,5.
La sua origine risale ai primi anni ’60  allorquando vennero eseguiti alcuni saggi per verificare la possibilità di localizzarvi una cava di ghiaia e sabbia. I risultati furono del tutto insoddisfacenti e il progetto fu abbandonato ma i lavori, durati circa un anno, con l’attività escavatoria avevano modificato pesantemente  il paesaggio. In queste aree, non più idonee all’agricoltura, si è spontaneamente insediata una ricca vegetazione autoctona. Le depressioni e gli avvallamenti creati dagli scavi sono stati inondati dalle acque di falda e si presentano oggi come piccoli stagni  che contribuiscono ad arricchire la biodiversità. Una lunga trincea, che avrebbe dovuto fornire il materiale per la realizzazione di una strada di accesso ai mezzzi pesanti, è stata colonizzata da un’imponente fascia boschiva ad Ontano e Salice bianco.
Il “cariggio o cariggione” (termine dialettale milanese) che dà il nome all’Oasi Carengione è il Carice, una pianta palustre della famiglia delle Cyperaceae conosciuta anche come falasco, con foglie verdi azzurrognole e fiori bruni raccolti in spighe, alta circa 1 metro.
Tipica delle zone fredde-temperate, è una pianta colonizzatrice, cioè si insedia per prima lungo le rive colme di acqua stagnante. Esaurita la sua funzione di apripista, pian piano il cariceto scompare sostituito da altre specie erbacee (Sedano d’acqua, Crescione, ecc…) per giungere al termine del processo evolutivo e botanico con piante del tutto terrestri: Farnia, Ontano nero, Salice bianco, Pioppo nero, Pioppo bianco, Pioppo tremolo, Olmo campestre, Platano, Robinia, Carpino bianco, Acero campestre, Ciliegio selvatico ecc.
La zona di interesse naturalistico è costituita da due nuclei boschivi situati a nord e a sud della strada vicinale. Alcuni sentieri naturalistici permettono di ammirare alcuni luoghi molto pittoreschi scelti dagli uccelli per nidificare.
Lungo le strade sterrate che solcano l’area si notano esemplari di Farnia, Platano, Robinia e anche parecchi Olmo minore. Inoltrandosi invece nei boschetti si riconoscono: Ciliegio selvatico, Acero campestre, Sambuco nero, Sanguinello, Viburno, Nocciolo, Salice cinereo, Biancospino, Prugnolo, Frangola, Fusaggine, Corniolo, Melo selvatico, Ligustro, Salicone, Pado. A terra c’è quasi sempre un fitto strato di Edera e Rovo.
Parte del terreno attualmente  è coltivato per la produzione di Mais, Orzo, Frumento e Soia, tempo fa anche di Girasole, oltre alle marcite e ai  prati stabili.
L’area è irrigata da rogge che prendono acqua  dal Naviglio Martesana e un tempo anche dai fontanili, trovandosi nella cosiddetta fascia dei fontanili. Delimitata da lunghi e densi filari di alberi e siepi che ne costituiscono una delle principali attrattive, può essere considerata un tratto di campagna lombarda che ha conservato gli elementi tipici del paesaggio tradizionale.
Sotto il profilo naturalistico l’area presenta alcuni elementi di rilievo. Recenti studi hanno  verificato la presenza di numerose specie di piante superiori e di una ricca fauna.
Notevole anche la presenza dei fiori: Bucaneve, Campanellino invernale, Scilla silvestre, Pervinca minore, Anemone bianca, Viola mammola, Favagello, Primula comune, Celidonia, Garofanino minore, Malva selvatica, Ranuncolo comune, Veronica, Ranuncolo acquatico, Giaggiolo acquatico.
Di pari passo con la flora, altrettanto intraprendente si è dimostrata la fauna che ha popolato il Carengione di Airone rosso, Bianco e Cenerino, Germano reale, Gallinella d’acqua, Picchio verde, Picchio rosso maggiore, Fagiano, Lepre, Minilepre, Tasso, Volpe, Riccio, Pipistrello, Ghiro, Donnola; rapaci come la Poiana, Gheppio, Sparviere, Gufo comune, Civetta, Barbagianni.
Gli stagni presenti, alimentati direttamente dalla falda, nel giro di poco tempo dalla loro creazione brulicavano di vita acquatica, a testimonianza di quanto sia importante, per la vita selvatica, la creazione di piccole riserve d’acqua. Vi si possono vedere: Rana verde, Rana di lataste, Rospo smeraldino, Tritone,  Ramarro, Biscia d’acqua, Raganella. Vi nascono anche funghi : Chiodino, Pioppino, Prataiolo, Gambasecca, Agarico vellutato, Orecchiette, Vescia, Coprino.
L’Oasi Carengione per anni è stata oggetto di studio: la nostra concittadina Dott.ssa Novella Ricotti nell’anno 2000  presentò una tesi di Laurea in Scienze Naturali  su “ Flora e vegetazione del Carengione”; il Prof. Sergio Leondi nel 2001 scrisse un libro sulla “Storia del Carengione”; nel 2004 il Parco Agricolo Sud Milano stampò un opuscolo “Il Carengione di Peschiera Borromeo”.
Le Dott.sse Roberta Folzi di Vertova (Bg) e Chiara Grigis di Selvino (Bg) nel 2019 hanno presentato la loro tesi di laurea in Ingegneria Edile, presso l’Università di Bergamo, avente per oggetto :” Analisi GIS e creazione di mappe di un’area di interesse naturalistico: l’Oasi Carengione.”,  Relatore la Prof.ssa Barbara Marana di Peschiera Borromeo .
Per la preparazione della tesi le studentesse hanno dovuto compiere rilievi di diversi elementi, sia naturali che artificiali, utilizzando un palmare GPS Garmin Monterra in dotazione all’Università di Bergamo che ha reso possibile l’acquisizione di informazioni territoriali, mentre  la loro rielaborazione e digitalizzazione è stata effettuata tramite il GIS.   Per orientarsi  nell’oasi Carengione  mi hanno chiesto di affiancarle per fornire loro le  informazioni  indispensabili per la conoscenza del territorio e per i rilievi. Sono molto orgoglioso di aver contribuito alla realizzazione di queste mappe, che rappresentano un ulteriore motivo di interesse e un valore aggiunto alla conoscenza della nostra perla naturalistica.
Questa area è da sempre nel mio cuore, ricordo che quando avevo circa 12 anni con gli amici maschi durante le vacanze scolastiche estive andavamo a vedere alcuni nidi di uccelli come il Rigogolo, la Tordela e l’Upupa ormai diventati rari, poi facevamo il bagno nelle acque fresche e limpide nella roggia Molina , oggi non più esistente.
Motivo per cui , quando nel 2004 insieme ad alcuni amici decidemmo di costituire un’associazione naturalista  con lo scopo di far conoscere ed amare  le bellezze del nostro territorio,  mi venne spontaneo denominarla “Associazione Naturalista Carengione”  e scegliere come simbolo il cuore verde.
Nel 2018 la nostra Associazione, insieme ad altri concittadini, ha partecipato al Bilancio partecipativo del Comune di Peschiera Borromeo, presentando un progetto per il recupero, valorizzazione e fruizione dell’area Carengione e delle aree verdi limitrofe, che è risultato vincitore e verrà realizzato entro il 2019.
Oggi prende luce questo mio  6° libro DVD, “Oasi Carengione” , con l’intento di far conoscere a tutti le bellezze di questo luogo, attraverso 400 foto e 100 video  di flora, fauna e paesaggio nelle 4 stagioni, da me realizzati nel giro di circa un decennio .
Dedico questo libro a mia moglie Viviana Sandri (detta Paola)
Walter Ferrari
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