Walter Ferrari Fiori spontanei di Lombardia - Walter Ferrari Fotografo

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Prefazione

Il fiore, specie se vistoso, è la parte della pianta che più attrae la nostra attenzione.              
I grandi alberi e gli arbusti si fanno notare anche per le loro dimensioni, ma le piante erbacee costituiscono agli occhi dei profani un insieme indistinto, entro il quale ci si può districare solo al momento della fioritura.
Ovviamente le cose non stanno in questi termini: ogni specie presenta caratteristiche proprie che ne rendono possibile il riconoscimento anche in base ai soli caratteri vegetativi, ma partendo dal fiore la determinazione è sicuramente più facile ed alla portata di tutti coloro che intendono accostarsi al mondo delle piante, anche da neofiti, purché animati da tanta curiosità ed autentico interesse.  
Lo sa bene l’amico Walter Ferrari, che in questo suo lavoro (il terzo, dopo “Gli alberi” e “Gli arbusti” di Peschiera Borromeo) propone una selezione di fiori, dalla pianura alla montagna.   Alcuni sono molto comuni, altri meno frequenti, ma tutti valgono a rappresentare compiutamente la straordinaria varietà delle specie presenti sul territorio lombardo.   
Pur allargando lo sguardo all’intera regione, Walter non trascura la sua Peschiera Borromeo, includendo nel suo lavoro varie specie che ancora crescono bei boschetti, nelle siepi e nei prati seminaturali, ultime e preziose testimoni di epoche lontane, quando ancora la pianura conservava un elevato grado di naturalità.
Ma Walter ci accompagna con pazienza e competenza anche sui colli assolati, nei boschi ombrosi, nelle praterie alpine, sui vasti macereti detritici e sulle creste rocciose, ovunque la sua passione di naturalista lo ha portato in cerca di fiori.
Acquisire conoscenza significa passare da un approccio esclusivamente estetico ad uno più consapevole.
Da semplici “fiori” le piante trattate diverranno specie con una propria individualità, indicatrici di particolari condizioni ecologiche e con una storia avvincente che le ha condotte, attraverso il tempo e lo spazio fino a noi.
Del tutto giustificate appariranno, a questo punto, le esigenze di tutela sia delle singole specie che degli habitat in cui crescono.           
Nell’accostarsi alla botanica c’è sempre un po’ di timore da parte del profano: nomi latini, famiglie e termini specialistici rischiano di far passare per arida una disciplina che per sua natura indaga un mondo di armoniosa bellezza, dove lo stupore è sempre dietro l’angolo.
Non tema il profano di compiere il grande passo: l’apprezzamento estetico non verrà meno, ma sarà anzi “potenziato” dal sapere acquisito.
Vedrà i fiori non solo con gli occhi, ma anche con la mente ed il cuore.

Luca Mangili  
Flora Alpina Bergamasca  (FAB)
Presentazione

Da sempre sono affascinato e incuriosito dalla natura. Fin da bambino ricordo che  rincorrevo le farfalle, ammiravo le rane nei fossi  vicino a casa, ascoltavo il canto degli uccelli e raccoglievo i fiori.  Certamente ero agevolato dal fatto che abitavo in campagna. In età scolare, parlo della seconda metà degli anni ’50, andavo a scuola a piedi ( allora si faceva il vero “pedibus”)  da Bettola a Peschiera,  accompagnato dalla nonna di un bambino di un gruppo formato da una quindicina tra maschi e femmine, e lungo  il tragitto, in primavera-estate, era buona norma raccogliere  un mazzetto di fiori spontanei da donare alla maestra che gradiva molto: bucaneve, violette, margherite, papaveri  ecc…
Molti anni sono passati da allora; oggi la vita in città ci mette raramente a contatto  con i fiori spontanei,  in via di sparizione a causa della cementificazione e delle pratiche agronomiche che utilizzano ampiamente i diserbanti selettivi.  I fiordalisi blu sono scomparsi dai campi di grano; ancora resistono  i papaveri, specie considerata infestante capace di sbucare persino dall’asfalto, ai bordi delle strade.
Da una decina d’anni  in qua la mia passione per la botanica  ha preso un’impennata ( da quando cioè sono in pensione)  e, sommata alla passione  per la fotografia, mi  ha permesso di  arricchire notevolmente il mio archivio  anche   di  fiori  spontanei   ritrovati durante le numerose escursioni  dalla pianura  ai monti oltre i 2500 metri.
Ecco quindi  il motivo per cui, dopo aver realizzato  2 libri (CD) su alberi e arbusti di Peschiera Borromeo, mi sono cimentato nella realizzazione di questo  libro su “fiori spontanei di Lombardia”, impegnativo per  la vastità del territorio  da girare e fotografare e per il numero  delle tipologie presenti.  Mi sono limitato a 204 specie, per analogia con i precedenti  libri,  che ho osservato, fotografato e catalogato nell’arco di cinque anni.
Il libro è composto pertanto da 204 schede didattiche che riportano, oltre alle circa 700 fotografie (scelte tra le circa 2500 realizzate), il nome comune, il nome scientifico, il classificatore, la famiglia e alcune caratteristiche  tecnico-scientifiche  relative  all’altezza della pianta,  al periodo di fioritura, alla quota altimetrica  e all’habitat.
E’ opportuno precisare che la maggior parte delle piante descritte sono protette dalle leggi vigenti; alcune fra loro sono inoltre negli elenchi nazionali e regionali delle specie botaniche in via di estinzione.
Il rischio di estinzione di molte specie spontanee, tra cui parecchie che presentano una fioritura spettacolare, è un tema che occorre considerare prioritario, anche perché le azioni incisive di tutela e di informazione danno risultati concreti, come ad esempio nel caso della stella alpina, che da quando è stata tutelata, si è notevolmente diffusa.
Il mio appello va quindi agli escursionisti perché si attengano al più rigoroso rispetto delle specie vegetali in particolare e dell’ambiente in generale.
Voglio chiudere questa breve presentazione con una frase del bergamasco  Claudio Brissoni, grande esperto di fiori, non più tra noi : ”Un fiore dona sempre un sorriso, anche in mezzo alla bufera”, perché è un’emozione che ho provato anch’io  allorchè ritornando da un’escursione in alta quota nell’estate del 2014, sotto una pioggia torrenziale, bagnato e stanco, mi sono trovato davanti  un gruppo di Campanula barbata. Vedere quelle campanelline  così fragili alla vista, ma così forti da resistere alle intemperie, mi ha fatto sorridere e riprendere il cammino con più vigore.
Walter Ferrari
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